Patologie
Alluce valgo

Si tratta di una condizione in cui il primo dito del piede (alluce) è deviato verso l’esterno così da sovrapporsi al secondo dito. L’alluce valgo può essere accompagnato da una borsite con tumefazione localizzata e dolorosa, spesso associata ad infiammazione. Può esserci concomitanza di patologia degenerativa articolare (artrosi). Questa condizione colpisce l’1% degli adulti in Italia. L’incidenza aumenta proporzionalmente con l’età, dal 3% nelle persone di età compresa tra 15-30 anni al 9% nelle persone di età compresa tra 31-60 anni al 16% in quelli di età superiore a 60 anni con incidenza due o quattro volte maggiore nel sesso femminile. Il ruolo della predisposizione genetica è stato descritto in letteratura, con prove che suggeriscono tendenze familiari.
Durante il ciclo del passo, l’alluce e le altre dita del piede rimangono generalmente parallele all’asse longitudinale del piede, indipendentemente dal grado di abduzione dell’avampiede, grazie all’azione dei tendini adduttore, estensore lungo e flessore lungo dell’alluce. La tensione mediale fa sì che i legamenti collaterali mediali esercitino una trazione sull’aspetto dorsomediale della prima testa metatarsale, causando la proliferazione ossea. La tensione laterale fa sì che l’apparato sesamoide tenda a fissarsi in una posizione di lussazione laterale. Pertanto, senza correzione dei fattori biomeccanici, l’eccessiva pronazione continua con propagazione della deformità.
L’eziologia non è stata completamente delucidata. Condizioni metaboliche che possono determinare la comparsa di alluce valgo comprendono artropatie infiammatorie come l’artrite gottosa, artrite reumatoide ed artrite psoriasica, patologie del tessuto connettivo come la sindrome di Ehlers-Danlos, la sindrome di Marfan, sindrome di Down, o lassità legamentosa generalizzata.
Quando intervenire?
La terapia medica può essere utilizzato per affrontare la sintomatologia, ma non può cambiare gli adattamenti irreversibili della cartilagine, ossei e dei tessuti molli alla deformità. Pertanto, la maggior parte delle terapie mediche hanno lo scopo di alleviare i sintomi. Le indicazioni all’intervento di correzione dell’alluce valgo sono:
- Dolore in tutto il range di movimento (ROM)
- Deformità grave
- Limitazione di attività o di stile di vita
Possono essere associate ulteriori patologie come neurite/intrappolamento del nervo, II dito a martello, esostosi del primo metatarso, sesamoidite, ulcerazioni cutanee. Le controindicazioni al trattamento chirurgico comprendono: malattia vascolare periferica estesa, infezione attiva, assenza di dolore o deformità lieve, età avanzata (> 70 anni), condizioni di comorbidità che pongono il paziente a significativo rischio cardiovascolare o respiratorio.
Perchè si esegue l’intervento chirurgico?
La correzione della deformità è mirata a ristabilire una congrua articolazione metatarso-falangea del I dito, ridurre l’angolo intermetatarsal, riallineare i sesamoidi con la testa metatarsale, ripristinare la capacità del primo raggio di sopportare il peso, mantenere o aumentare l’articolarità dell’alluce. La procedura specifica selezionata in un determinato caso varia a seconda della preferenza del chirurgo, della natura della deformità e delle particolari esigenze del paziente, anche se il chirurgo può seguire un algoritmo semplice basato sui risultati clinici e radiografici per determinare la scelta della procedura da eseguire.
Quale procedura?
La procedura viene scelta con l’obiettivo di riduzione dei sintomi del paziente nel modo più efficace ed in modo tale da prevenire la recidiva. Le procedure chirurgiche più utilizzate sono: bilanciamento capsulotendineo associato o meno ad esostectomia, osteotomia metatarsale/falangea, artroplastica di resezione con o senza protesi, artrodesi, artrodesi della prima metatarso-cuneiforme.
Quando si ricorre all’osteotomia (metatarsale, falangea) nelle tecniche classiche è necessario sintetizzare le componenti ossee con viti cannulate, cambre o fili di Kirschner; nella procedura con tecnica mini-invasiva invece non vengono utilizzati mezzi di sintesi interni.
Dopo l’intervento
Il carico è concesso a seconda della procedura utilizzata. La deambulazione è consentita da subito con scarpe appositamente prescritte ed ausili (bastoni canadesi) se necessari. La rimozione dei punti di sutura è prevista a 10-12 giorni dall’intervento.
Si tratta di una condizione in cui il primo dito del piede (alluce) è deviato verso l’esterno così da sovrapporsi al secondo dito. L’alluce valgo può essere accompagnato da una borsite con tumefazione localizzata e dolorosa, spesso associata ad infiammazione. Può esserci concomitanza di patologia degenerativa articolare (artrosi). Questa condizione colpisce l’1% degli adulti in Italia. L’incidenza aumenta proporzionalmente con l’età, dal 3% nelle persone di età compresa tra 15-30 anni al 9% nelle persone di età compresa tra 31-60 anni al 16% in quelli di età superiore a 60 anni con incidenza due o quattro volte maggiore nel sesso femminile. Il ruolo della predisposizione genetica è stato descritto in letteratura, con prove che suggeriscono tendenze familiari.
Durante il ciclo del passo, l’alluce e le altre dita del piede rimangono generalmente parallele all’asse longitudinale del piede, indipendentemente dal grado di abduzione dell’avampiede, grazie all’azione dei tendini adduttore, estensore lungo e flessore lungo dell’alluce. La tensione mediale fa sì che i legamenti collaterali mediali esercitino una trazione sull’aspetto dorsomediale della prima testa metatarsale, causando la proliferazione ossea. La tensione laterale fa sì che l’apparato sesamoide tenda a fissarsi in una posizione di lussazione laterale. Pertanto, senza correzione dei fattori biomeccanici, l’eccessiva pronazione continua con propagazione della deformità.
L’eziologia non è stata completamente delucidata. Condizioni metaboliche che possono determinare la comparsa di alluce valgo comprendono artropatie infiammatorie come l’artrite gottosa, artrite reumatoide ed artrite psoriasica, patologie del tessuto connettivo come la sindrome di Ehlers-Danlos, la sindrome di Marfan, sindrome di Down, o lassità legamentosa generalizzata.
Quando intervenire?
La terapia medica può essere utilizzato per affrontare la sintomatologia, ma non può cambiare gli adattamenti irreversibili della cartilagine, ossei e dei tessuti molli alla deformità. Pertanto, la maggior parte delle terapie mediche hanno lo scopo di alleviare i sintomi. Le indicazioni all’intervento di correzione dell’alluce valgo sono:
- Dolore in tutto il range di movimento (ROM)
- Deformità grave
- Limitazione di attività o di stile di vita
Possono essere associate ulteriori patologie come neurite/intrappolamento del nervo, II dito a martello, esostosi del primo metatarso, sesamoidite, ulcerazioni cutanee. Le controindicazioni al trattamento chirurgico comprendono: malattia vascolare periferica estesa, infezione attiva, assenza di dolore o deformità lieve, età avanzata (> 70 anni), condizioni di comorbidità che pongono il paziente a significativo rischio cardiovascolare o respiratorio.
Perchè si esegue l’intervento chirurgico?
La correzione della deformità è mirata a ristabilire una congrua articolazione metatarso-falangea del I dito, ridurre l’angolo intermetatarsal, riallineare i sesamoidi con la testa metatarsale, ripristinare la capacità del primo raggio di sopportare il peso, mantenere o aumentare l’articolarità dell’alluce. La procedura specifica selezionata in un determinato caso varia a seconda della preferenza del chirurgo, della natura della deformità e delle particolari esigenze del paziente, anche se il chirurgo può seguire un algoritmo semplice basato sui risultati clinici e radiografici per determinare la scelta della procedura da eseguire.
Quale procedura?
La procedura viene scelta con l’obiettivo di riduzione dei sintomi del paziente nel modo più efficace ed in modo tale da prevenire la recidiva. Le procedure chirurgiche più utilizzate sono: bilanciamento capsulotendineo associato o meno ad esostectomia, osteotomia metatarsale/falangea, artroplastica di resezione con o senza protesi, artrodesi, artrodesi della prima metatarso-cuneiforme.
Quando si ricorre all’osteotomia (metatarsale, falangea) nelle tecniche classiche è necessario sintetizzare le componenti ossee con viti cannulate, cambre o fili di Kirschner; nella procedura con tecnica mini-invasiva invece non vengono utilizzati mezzi di sintesi interni.
Dopo l’intervento
Il carico è concesso a seconda della procedura utilizzata. La deambulazione è consentita da subito con scarpe appositamente prescritte ed ausili (bastoni canadesi) se necessari. La rimozione dei punti di sutura è prevista a 10-12 giorni dall’intervento.