Patologie
Tendine d’Achille

Il tendine d’Achille è il più grande e più resistente tendine del nostro corpo. Esso collega i muscoli del polpaccio (gastrocnemio e soleo) al calcagno e viene utilizzato quando si cammina, corre e salta. Anche se il tendine di Achille è in grado di sopportare grandi sollecitazioni, dovute alla corsa ed ai salti ad esempio, è vulnerabile al danno. La rottura del tendine risulta dalla lacerazione delle fibre tendinee a livello inserzionale, pre-inserzionale o nel tratto muscolo-tendineo; se ci troviamo di fronte ad una rottura completa, il tendine non può più svolgere la sua funzione normale.
Patologie del tendine d’Achille
Lesioni del tendine d’Achille: possono variare di dimensioni; piccole lesioni (< 1cm) diagnosticate mediante clinica ed esame ecografico o RMN vengono definite micro-lesioni; causano dolore, tumefazione e limitazione del movimento. Possono verificarsi improvvisamente durante l’attività (sportiva e non), o gradualmente nel corso del tempo.
Rottura del tendine d’Achille: i pazienti affetti da rottura traumatica completa del tendine d’Achille generalmente riferiscono di aver udito, durante il trauma, un rumore simile ad uno schiocco, seguito da dolore intenso e tumefazione della regione distale posteriore della gamba. Trattare una rottura del tendine d’Achille richiede un intervento chirurgico di riparazione (tenorrafia) seguito da un lungo periodo di immobilizzazione della caviglia (circa 3 mesi).
Tendinite dell’achilleo: alcune attività (corsa, camminata veloce su superfici dure) possono gradualmente infiammare l’inserzione distale del tendine di Achille, provocando dolore e rigidità. Riposo, ghiaccio, terapia antinfiammatoria e stretching possono aiutare la guarigione che può richiedere anche alcune settimane.
Peritendinite dell’achilleo: condizione simile alla tendinite, ma l’infiammazione si verifica nel tessuto circostante il tendine; dolore e limitazione funzionale vengono trattati con le stesse modalità della tendinite.
Tendinosi dell’achilleo: ispessimento graduale del tendine di Achille, senza infiammazione evidente, causato da degenerazione e/o eccessivo utilizzo (overuse). Nonostante l’ispessimento, il tendine risulta strutturalmente indebolito e incline a ulteriori lesioni o rottura completa.
I fattori di rischio per patologia del tendine d’achille sono rappresentati da: stress tendineo (eccessivo utilizzo), sindromi metaboliche, patologie del collagene, fumo.
L’intervento di riparazione (tenorrafia)
Esistono fondamentalmente 2 tipi di intervento chirurgico per la riparazione del tendine d’Achille in seguito a lesione completa (rottura): riparazione a cielo aperto e riparazione con tecnica percutanea. Nella tecnica a cielo aperto il chirurgo esegue una singola incisione di circa 10-12 cm al di sopra del tendine (regione posteriore della caviglia), cruenta i margini tendinei per favorire l’apporto di sangue nella regione della rottura ed esegue una sutura con fili riassorbibili riconferendo continuità al tendine. Nella tecnica percutanea il chirurgo esegue una serie di piccole incisioni di circa 1cm attraverso le quali esegue la sutura dei monconi tendinei utilizzando uno specifico strumentario. Il chirurgo sceglierà la tecnica da adottare a seconda della lesione.
Dopo l’intervento
L’immobilizzazione successiva all’intervento può richiedere il confezionamento di un apparecchio gessato o il posizionamento di un apposito tutore per 6-12 settimane. Esercizi di mobilizzazione passiva possono essere eseguiti da subito con la supervisione di un fisioterapista; la mobilizzazione attiva della caviglia inizia generalmente ad 1 mese dall’intervento. Il completo recupero viene stimato in circa 6 mesi. Circa l’80% dei pazienti sottoposti a chirurgia di riparazione del tendine d’Achille ritorna all’attività sportiva precedentemente svolta.